9 Ottobre 2011
Posted at 17:30h
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Che dire di questo libro?
Mi aspettavo senza dubbio qualcosa di diverso: con la mia passione per la cucina, credevo di trovare uno spazio in cui condividere le mie esperienze e confrontarmi con la cucina e la sapienza orientale.
Ho trovato invece un ritmo lento, troppo lento e senza stimoli, una sintassi semplice forse anche troppo (qui forse c’entra la traduzione?) e la stessa identica sensazione di tristezza che provavo quando, da adolescente, mi ostinavo a leggere i libri della Yoshimoto che comunque son tutt’altra cosa.
Ma è proprio la storia in sé che mi ha delusa in quanto non ha saputo provocare emozioni. L’unica parte che forse salverei è il rapporto con la nonna che Ringo ha condiviso. Per il resto mi è sembrato che l’autrice tenesse più a ostentare le sue capacità in cucina (lei ha un sito su cui pubblica ogni giorno una ricetta), elencando tra l’altro ricette di cucina internazionale, che altro. Terribile la cruenta e dettagliata descrizione dell’uccisione della scrofa “amica”…pensate un po’ cosa fanno agli animali selvatici!!!
La trama
Ringo, una ragazza che lavora nelle cucine di un ristorante turco di Tokyo, rientra una sera a casa con l’intenzione di preparare una cena succulenta per il suo fidanzato col quale convive da un po’. Con suo sommo sgomento, però, scopre che l’appartamento è completamente vuoto. Niente televisore, lavatrice, frigorifero, mobili, tende, niente di niente. Spariti persino gli utensili in cucina, il mortaio di epoca Meiji ereditato dalla nonna materna, la casseruola Le Creuset acquistata con la paga del suo primo impiego, il coltello italiano ricevuto in occasione del suo ventesimo compleanno. E, soprattutto, sparito il fidanzato indiano, maitre nel ristorante accanto al suo, un ragazzo con la pelle profumata di spezie. Lo choc di Ringo è tale che resta impietrita al centro della casa desolatamente vuota, la voce che non le esce più dalla bocca. Decide allora di ritornare al villaggio natio, dove non mette più piede da quando, quindicenne, è scappata di casa in un giorno di primavera. Là, appartata nella quiete dei monti, matura il suo dolore. Una mattina, però, osservando il granaio della casa materna, Ringo ha un’idea singolare per tornare pienamente alla vita: aprire un ristorante per non più di una coppia al giorno, con un menu ad hoc, ritagliato sulla fisionomia e i possibili desideri dei clienti.