Una luce nella neve

Che questa scrittrice sapesse come coinvolgere il lettore lo avevo già capito con
La moglie del Pilota ed è per questo che ho deciso di provare a leggere un secondo libro.
E non sono stata delusa.
Anche questo racconto tocca il cuore e la scrittura scorrevole e delicata che la Shreve ci regala
fa sì che il lettore non riesca mai a staccarsi dalle sue pagine.
Come nell’altro libro, i personaggi sono vividi e indimenticabili e altrettanto lo so no i luoghi descritti.
Molto bella la storia e per nulla banale o scontata nel finale.
Consigliato!

LA TRAMA

New England, dicembre 1983: Nicky Dillon  vive con il padre in una fattoria isolata, cercando di superare l’evento che ha stravolto la loro esistenza due anni prima. “Mio padre e io formalmente siamo una famiglia, ma nessuno dei due utilizzerebbe mai quel termine. Sì, siamo padre e figlia, ma solo perché un tempo siamo stati membri di una famiglia che è stata distrutta”. Il ritrovamento di una neonata abbandonata nella neve farà da catalizzatore alle tensioni che tormentano i due. Nei giorni convulsi che seguono il salvataggio della piccola, Nicky si confronterà con gli aspetti più oscuri dell’animo umano, quelli che spingono una madre ad abbandonare una figlia neonata, e riuscirà a venire a patti con il suo dolore e con quello del padre. Una storia che tocca le corde più profonde del cuore, raccontata in maniera superba dalla voce narrante di una Nicky ormai trentenne che riesce a restituirci perfettamente i toni di una preadolescente, le sue tenerezze, le sue bizzarrie, la sua invincibile voglia di vivere.